• IN MORTE DI DOMENICO BALESTRIERI di Giuseppe Parini

     

    Sta flutta milanesa, on gran pezz fa,

    l'era del Magg, e poeu la capité*

    a duu o trii d'olter, ma de quij che sa

    sonà ona flutta* cont el sò perchè*

     

    Lor poeu morinn, e questa la restè

    a Meneghin, ch'el l'ha savuda fa

    rid e fa piang con tanta grazia, chè

    l'è ben difficil de podell rivà.

     

    Anca lu, pien de meret e de lod,

    adess l'è mort; e quell bravo istrument*

    l'è restaa là in cà soa taccaa su a on ciod*.

     

    Ragazz del temp d'adess*, tropp insolent,

    lassel stà in dove l'è!... No ve fee god!

    Chè, per sonall, no basta a boffagh dent!

     

     

  • IN MORTE DI DOMENICO BALESTRIERI di Giuseppe Parini

    Questo flauto milanese, tanto tempo fa,

    era di Maggi e poi capitò a due o tre altri,

    ma di quelli che sanno suonare

    un flauto con il suo perchè.

     

    Quelli poi morirono e questo restò

    a Meneghino che ha saputo farlo

    ridere e piangere con tanta grazia che

    è ben difficile poterlo eguagliare.

     

    Anche lui, pieno di meriti e di lodi,

    adesso è morto; e quel bravo strumento

    è restato là in casa sua attaccato ad un chiodo.

     

    Ragazzi del giorno d'oggi, troppo insolenti,

    lasciatelo stare dov'è!... Non traetene diletto!

    Perché, per suonarlo, non basta soffiarci dentro!

     

  • Alla morte di Domenico Balestrieri, Giuseppe Parini gli dedicò questo sonetto che ci dà la misura della venerazione di cui lo circondava, degno di suonare il flauto milanese che era stato del Maggi e che in quel momento nessun poeta più sembrava degno di toccare. Ma di lì a poco, nel 1793, il giovanissimo Carlo Porta, lo avrebbe ripreso con grande passione e grande decoro. 

    Alcuni chiarimenti del testo (originali dall'autore). ( * )

    ...capité... è capitato.  ...flutta...  flauto milanese, notare che è al femminile. ...el sò perché... è necessario capire come si deve suonare. ...bravo istrument... lo strumento deve poter educare chi lo ascolta. ...ciod... si vuole ricordare come una volta al chido avevano appeso l'arpa dorica dei  giochi olimpici. ...del temp d'adess...  oggi troppo insolenti perché nobili rifatti o villani rifatti col denaro.